Restauro di una tela dipinta sfondata

Il dipinto presenta un danno da sfondamento della tela con conseguente perdita di pellicola pittorica

Sono state preparate delle toppe di tela di lino a rimaginare lo strappo complesso applicate con resina acrilica termoplastica poi leggermente portata a tono con quella originale


Sul verso è stata eseguita una nuova preparazione a gesso e colla animale, sulla quale poi è stato ritoccato con colore a vernice


Stato finale del dipinto dopo il restauro


Mobile bar intagliato anni '30

 

Il mobile è un esempio di stile modernista degli anni 30 del novecento. Si presenta completamente ricoperto da una pittura bianca di natura acrilica con una pellicola piuttosto resistente. Il mobile è composto da una base con esili piedini, un vano con due sportelli laterali e ribalta. Alcuni timbri sul retro lo fanno collocare presso la città di Ferrara alla fine degli anni '40.


Dopo delle prove di pulitura e rimozione della vernice con metodi chimici, si è deciso di procedere a bisturi per scalzare la pellicola senza intaccare la tenue pittura sottostante, che ha rivelato un colore verde a tempera e lievi coloriture pastello per gli elementi del pannello a ribalta centrale


Il lunghissimo lavoro di scalzatura tramite bisturi ha rivelato l'estrema cura nell'intaglio originale

Anche la base presentava delle rotture della struttura che sono state fissate 

Dopo un ritocco eseguito a punta di pennello e colore a tempera nelle zone lacunose, si è proceduto a verniciare la superficie con vernice da ritocco al 30%

Si sono sistemati i cardini che permettevano alla ribalta di schiudersi e restare stabilmente aperta, si sono sostituiti specchi e vetri rotti, e si è aggiunta una illuminazione a led con sensore di movimento laddove esisteva una vecchia lampada al neon con sistema elettrico completamente ossidato e inservibile 



Specchiera intagliata a figure dorate, ambito veneziano del sec. XVII

 

La specchiera si presenta ricoperta di numerosissime braghette di carta velina applicate tempo fa per permettere un trasporto a palazzo, che fissano sollevamenti della sottile pellicola di preparazione della doratura, che ha un bolo aranciato, ed è ricoperta di uno sporco superficiale piuttosto tenace, abrasioni e lacune in alcuni particolari dell'intaglio


In questo particolare si possono notare le braghette e i numerosi punti di abrasione superficiale della pellicola dorata, che lasciano intravvedere il bolo aranciato e la preparazione a gesso e colla


Dopo la rimozione delle braghette con alcool etilico e contemporaneamente il fissaggio dei sollevamenti con colla di storione mediante siringa o con punta di pennello per imbibizione, si è proseguito a rinsaldare parti distaccate e pericolanti con incollaggi mediante colla alifatica

La pulitura è avvenuta con l'utilizzo di emulsione grassa a ph 7-8, e in alcuni punti di maggiore sporco con il passaggio di acetone. Il ritocco delle parti abrase è stato eseguito ad acquerello mediante selezione cromatica

La pulitura e il consolidamento hanno restituito l'opera al suo splendore originale, e in seguito è stato scelto di utilizzare una verniciatura protettiva finale con vernice a retoucher in white spirit al 20%

Stato finale


Consolle veneziana, dorata, sec.XVII

Consolle intagliata e dorata, con superficie in marmo. Sono presenti diverse abrasioni, distacchi e sollevamenti della preparazione a gesso e colla, si intravvedono aree a bolo rosso-aranciato. Vi sono diversi problemi strutturali che interessano parti spezzate o pericolanti.


Da qui si possono notare le numerose aree di sporco superficiale depositato durante il tempo sulla superficie dorata e le importanti abrasioni che rivelano il bolo rossiccio al di sotto della metalizzazione


Alcuni incollaggi della parte strutturale e il fissaggio dei sollevamenti del supporto in gesso, mediante colla di storione


La pulitura è stata eseguita con una emulsione grassa a ph 8, e per alcune rifiniture con acetone 


La verniciatura finale è consistita di una applicazione di Gommalacca in alcool al 20%, dopo aver ritoccato all'acquerello le lacune della doratura.


Madonna seicentesca di scuola dolciana, ovale dipinto

Ovale dipinto su tela, rintelato e ritoccato anticamente, con un telaio distorto che ne ha deformato la superficie pittorica, coperta da vernice alterata e brunita. Il dipinto porta sul retro una scritta che annota "Giovin (Carlin) Dolze". Il riferimento è sicuramente a Carlo Dolci (1616-86), di cui una copia esatta si trova alla Galleria Sabauda, attribuita alla scuola del pittore fiorentino.

Una volta tolto il telaio deformato, la tela è stata messa in trazione leggera. Si notano già sotto i raggi UV che vi sono ritocchi e superfetazioni sulla parte bassa del quadro.
La messa in distensione della fibre della tela è avvenuta con l'applicazione di una pelle di camoscio leggermente umida per 15 minuti e sotto la pressione di pesetti, sempre in trazione elastica.
La pulitura è avvenuta dopo il test di Cremonesi-Wolbers con una miscela di alcool-ligroina addensate. Sono comparse e sono state rimosse le varie lacune e stuccature debordanti l'originale, in particolare sulla mano. 


Dopo la pulitura l'opera è stata rimontata su un telaio nuovo e riverniciata con Vernice da ritocco al 30%

Si possono notare i colori più vivi del manto, di tonalità verde smeraldo scuro, e l'incarnato più chiaro. Il ritocco pittorico è stato eseguito a puntinato con colore a vernice mastice


Un particolare del nuovo telaio con la superficie appianata

4 disegni con diversi inchiostri, Antonio Diziani


Esemplare di 4 disegni originali di Antonio Diziani eseguiti a penna e inchiostri in cattivo stato di conservazione, con presenza di gore d'umidità, muffe e imbrunimenti

La qualità del disegno e dell'acquerellatura hanno mantenuto la loro vivacità nonostante gli attacchi di insetti, l'acidificazione della carta e la formazione di muffe biancastre e virate verso il rosso e l'ocra.


Si possono notare i segni di colature d'acqua, brunite per l'acidificazione e il deposito di polvere superficiale.

Si può notare l'uso di almeno tre toni di inchiostro, usati per dare degli effetti di profondità, che non si sono alterati troppo.

Il retro mostra l'attacco di muffe pigmentate, partite dal fondo.

Dopo adeguata spolveratura e sgommatura co polvere di gomma naturale, l'operazione congiunta di deacidificazione e ossidoriduzione con composti di Calcio acetato, propionato e TBAB in un gel rigido di Gellano hanno permesso di pulire le opere senza muovere la delicata superficie grafica e pittorica
Sul supporto di gel rigido ho potuto aggiungere delle locali applicazioni di carta assorbente per ridurre le macchie brunite
La soluzione di TerzButilAmminoBorano (TBAB) ha permesso un lieve sbiancamento della carta che ha ottenuto l'effetto di rendere più leggibile l'impianto compositivo e i contrasti tonali
Il fondo e il passepartout sono stati eseguiti con cartone durevole per la conservazione museale

Due immagini religiose popolari del Sudamerica, su lastre metalliche, XVIII-XIX sec.

Madonna del Rosario, dipinto su lastra di Zinco, 10 x 6 cm,  in alcuni punti ossidata, forata  e abrasa dall'usura. Sono presenti macchie di cera e macchie organiche brune.

Dipinto restaurato, con una pulitura a solvente (miscela di MEK e alcool al 50%, e ligroina) per la superficie, raschiatura dell'ossidazione più evidente e trattamento con acido tannico, reintegrazione dei fori con carta giapponese a media grammatura, ritocco pittorico con colori a vernice, verniciatura protettiva con vernice da ritocco.

Incoronazione di Maria, dipinto su lastra di rame, sec. XVIII, con presenza di ossidazioni e abrasioni della superficie, macchie di cera e di sporco da particolato carbonioso. 

Dipinto nello stato finale, dopo la pulitura tramite miscele di solventi organici, rimozione delle ossidazioni e trattamento con acido tannico, ritocco pittorico con colori a vernice e protezione finale con resina naturale.

Bodhisattva su cane celeste, una scultura cinese policroma del XV secolo.

Bodhisattva che monta un cane celeste, statua di legno policromo di origine cinese, forse del XV sec, proveniente dal mercato antiquario birmano, di proprietà privata. Vi sono diverse mancanze in alcuni particolari della corona fiammeggiante, della mano alzata e molti distacchi e sollevamenti degli strati pittorici.
Particolare delle mancanze delle dita della mano alzata, che sorregge una bacca. Si nota in generale uno strato di sporco da depositi di polvere e particolato depositati sulla superficie. 

Primo passaggio di spolveratura con pennellesse morbide e pulitura con un'emulsione grassa leggermente basica.

Particolare della ricostruzione delle dita con un impasto a base di Araldite
Ricostruzione di alcune fiammelle della corona con una stuccatura finale e ritocco pittorico, fissaggio e consolidamento di una fessura centrale.
Pulitura finale, fissaggio dei sollevamenti, con una stuccatura delle lacune tramite gesso e colla animale e ritocco delle
stesse con acquerello. Verniciatura finale con resina alifatica al 10% in ligroina.

Versione finale  restaurata della statua del Bodhisattva che regge il rotolo sacro.




iconostasi colonizzata da bacillus

La serie di icone appartiene alla chiesa di S. Geremia e Lucia a Venezia, è opera dell'iconografo G. Raffa, eseguita con la tecnica tradizionale della tempera al tuorlo d'uovo

le superfici presentano macchie bianche abbastanza tenacemente fissate, effetto di una diffusa colonnizzazione microbiologica che deturpa soprattutto i manti in blu di lapislazzulo e gli incarnati, e segno di un'azione di degrado del legante proteico e lipidico della tempera

le macchie sfarinano ma restano presenti sulla superficie: le analisi di tamponi sterili hanno individuato colonie convergenti di Penicillium lanosum, Penicillium sp e di Aspergillus niger, localizzate soprattutto sulla superficie ruvida e non protetta da un sufficiente strato di vernice

la microaspirazione ha permesso di eliminare la presenza superficiale della componente pulvirulenta delle muffe, e un'applicazione a tampone di una soluzione idroalcoolica ha permesso una prima disinfezione

l'applicazione finale di un biocida specifico, l'Algochene, sia direttamente sulla superficie che veicolato nella composizione della vernice protettiva, ha permesso di debellare la presenza delle muffe e di essere efficace come preventivo per un lungo monitoraggio futuro